Roberto Gambelunghe, un maestro al servizio della Virtus: “Nello sport il gruppo e lo spogliatoio fanno la differenza. Momento particolare, torneremo presto e più forti”
ASSISI, 18 dicembre 2020 – Il Basket e Assisi, il basket ad Assisi. Forte il connubio fra città, grandi giocatori ed allenatori. Tanti ne sono passati in questo sport nella città umbra. Tanti i ricordi, tante le stagioni vissute correndo dietro alla palla a spicchi. Molti cresciuti proprio qui. Roberto Gambelunghe è uno di questi. Uno di quelli che il basket ce l’ha dentro, grande ex-giocatore di un’allora Assisi vincente, grande allenatore, “girovago” in Umbria, con tanti successi in tutta la carriera. Roberto Gambelunghe che ora, nel settore tecnico della Virtus Assisi come uno degli assistenti di coach Gianmarco Piazza, torna a parlare del suo passato e di un presente da vivere con forza e speranza. Roberto Gambelunghe, con il quale parlare di basket è sempre un piacere.
Roberto Gambelunghe, un nome una garanzia per il basket assisiate e non solo. Grandi trascorsi sia da giocatore che da allenatore. Ci racconti la tua storia e i tuoi successi passati? “Nasco fisicamente e cestisticamente ad Assisi, fui il 4° iscritto nel 1978 nell’allora Nuova Ast78. Ho avuto la fortuna di fare tutte le giovanili (tantissimi i successi di Roberto Gambelunghe nelle giovanili, ndr) ed esordire a 14 anni in prima squadra vincendo poi anche un paio di campionati”. Tanti successi, una grande carriera, ma anche un brutto infortunio che non lo ha però allontanato dallo sport tanto amato: “L’infortunio subito a 22 anni mi ha aperto, con molto entusiasmo, la strada da coach, prima come assistente di Angelo Trapani ad Assisi, poi dopo quattro anni da capo allenatore in quel di Cannara, proseguendo con Pontevecchio, Acquasparta, Assisi, Marsciano, Umbertide e Perugia. Indipendentemente da quello che posso aver vinto, ma un allenatore non si giudica da questo – sottolinea il coach – a distanza di anni tengo vivo dentro di me tutto l’affetto e la stima che giocatori, dirigenti e colleghi mi hanno dato e mi continuano a dare. Ho avuto anche la fortuna – sottolinea Gambelunghe – di collaborare con allenatori che mi hanno insegnato tanto sia tecnicamente, che nella gestione dello spogliatoio, ad oggi diventata determinante”.
Quali le differenze fra il basket che hai avuto il piacere di praticare da giocatore, passando per quando poi hai allenato a quello di adesso? “Il basket come altri sport nel corso degli anni si è evoluto sopratutto dal punto di vista fisico – dice – ma non tecnico e questo l’ho sperimentato sulla mia pelle in quanto allenando dei ragazzi più o meno giovani, noto che nessuno ha nel proprio repertorio alcuni di quei movimenti che ai miei tempi venivano insegnati tassativamente tutti i giorni. Forse ci sarebbe bisogno di rivedere un attimo quello che abbiamo insegnato a livello tecnico negli ultimi anni e migliorarlo”.
Sei tornato ad Assisi sponda Virtus come vice di coach Gianmarco Piazza. Come giudichi la tua esperienza fin qui in questo ritorno a casa? “Sono tornato ad Assisi per dare una mano a quello che è stato un mio vecchio giocatore (Gianmarco Piazza, ndr) e al primo anno abbiamo vinto il campionato, quindi credo che come risultati ci siamo. Adesso bisogna essere bravi a rimanere in C Gold e cominciare a tirar fuori qualcuno dalle giovanili per portarlo in prima squadra”.
Il basket come sport di vita, in famiglia non sei l’unico “Gambelunghe” in questo sport. Quali consigli ti senti di dare a tuo figlio giocatore, ai tui figli che amano lo sport e questo sport e a tutti i giovani che praticano questo sport? “A Giorgia e Federico come a tutti quelli che alleno dico sempre: divertitevi nel rispetto delle regole e degli altri. Se riesci a fare questo, il basket ti entra nel sangue e non ne esce più”.
Un momento durissimo per lo sport e la vita di tutti, con conseguente blocco allo sport. quale la speranza per l’immediato futuro con la pandemia in atto? “Questa maledetta pandemia ci ha privato di tante persone e momenti felici, ma sono fiducioso che a breve si potrà tornare a giocare in assoluta sicurezza. Auguro a tutti gli sportivi – conclude l’esperto coach – buone feste. La befana spazzerà via questo virus, così che potremo riabbracciarci nuovamente in campo e sugli spalti”. Esperienza che è amore folle per il basket e per lo sport. Viva il basket, viva lo sport.
Ufficio Stampa Virtus Assisi
ASSISI, 18 dicembre 2020 – Il Basket e Assisi, il basket ad Assisi. Forte il connubio fra città, grandi giocatori ed allenatori. Tanti ne sono passati in questo sport nella città umbra. Tanti i ricordi, tante le stagioni vissute correndo dietro alla palla a spicchi. Molti cresciuti proprio qui. Roberto Gambelunghe è uno di questi. Uno di quelli che il basket ce l’ha dentro, grande ex-giocatore di un’allora Assisi vincente, grande allenatore, “girovago” in Umbria, con tanti successi in tutta la carriera. Roberto Gambelunghe che ora, nel settore tecnico della Virtus Assisi come uno degli assistenti di coach Gianmarco Piazza, torna a parlare del suo passato e di un presente da vivere con forza e speranza. Roberto Gambelunghe, con il quale parlare di basket è sempre un piacere.
Roberto Gambelunghe, un nome una garanzia per il basket assisiate e non solo. Grandi trascorsi sia da giocatore che da allenatore. Ci racconti la tua storia e i tuoi successi passati? “Nasco fisicamente e cestisticamente ad Assisi, fui il 4° iscritto nel 1978 nell’allora Nuova Ast78. Ho avuto la fortuna di fare tutte le giovanili (tantissimi i successi di Roberto Gambelunghe nelle giovanili, ndr) ed esordire a 14 anni in prima squadra vincendo poi anche un paio di campionati”. Tanti successi, una grande carriera, ma anche un brutto infortunio che non lo ha però allontanato dallo sport tanto amato: “L’infortunio subito a 22 anni mi ha aperto, con molto entusiasmo, la strada da coach, prima come assistente di Angelo Trapani ad Assisi, poi dopo quattro anni da capo allenatore in quel di Cannara, proseguendo con Pontevecchio, Acquasparta, Assisi, Marsciano, Umbertide e Perugia. Indipendentemente da quello che posso aver vinto, ma un allenatore non si giudica da questo – sottolinea il coach – a distanza di anni tengo vivo dentro di me tutto l’affetto e la stima che giocatori, dirigenti e colleghi mi hanno dato e mi continuano a dare. Ho avuto anche la fortuna – sottolinea Gambelunghe – di collaborare con allenatori che mi hanno insegnato tanto sia tecnicamente, che nella gestione dello spogliatoio, ad oggi diventata determinante”.
Quali le differenze fra il basket che hai avuto il piacere di praticare da giocatore, passando per quando poi hai allenato a quello di adesso? “Il basket come altri sport nel corso degli anni si è evoluto sopratutto dal punto di vista fisico – dice – ma non tecnico e questo l’ho sperimentato sulla mia pelle in quanto allenando dei ragazzi più o meno giovani, noto che nessuno ha nel proprio repertorio alcuni di quei movimenti che ai miei tempi venivano insegnati tassativamente tutti i giorni. Forse ci sarebbe bisogno di rivedere un attimo quello che abbiamo insegnato a livello tecnico negli ultimi anni e migliorarlo”.
Sei tornato ad Assisi sponda Virtus come vice di coach Gianmarco Piazza. Come giudichi la tua esperienza fin qui in questo ritorno a casa? “Sono tornato ad Assisi per dare una mano a quello che è stato un mio vecchio giocatore (Gianmarco Piazza, ndr) e al primo anno abbiamo vinto il campionato, quindi credo che come risultati ci siamo. Adesso bisogna essere bravi a rimanere in C Gold e cominciare a tirar fuori qualcuno dalle giovanili per portarlo in prima squadra”.
Il basket come sport di vita, in famiglia non sei l’unico “Gambelunghe” in questo sport. Quali consigli ti senti di dare a tuo figlio giocatore, ai tui figli che amano lo sport e questo sport e a tutti i giovani che praticano questo sport? “A Giorgia e Federico come a tutti quelli che alleno dico sempre: divertitevi nel rispetto delle regole e degli altri. Se riesci a fare questo, il basket ti entra nel sangue e non ne esce più”.
Un momento durissimo per lo sport e la vita di tutti, con conseguente blocco allo sport. quale la speranza per l’immediato futuro con la pandemia in atto? “Questa maledetta pandemia ci ha privato di tante persone e momenti felici, ma sono fiducioso che a breve si potrà tornare a giocare in assoluta sicurezza. Auguro a tutti gli sportivi – conclude l’esperto coach – buone feste. La befana spazzerà via questo virus, così che potremo riabbracciarci nuovamente in campo e sugli spalti”. Esperienza che è amore folle per il basket e per lo sport. Viva il basket, viva lo sport.
Ufficio Stampa Virtus Assisi